Acquistare dallestero! Meglio il CFR o il
FOB? Nelle trattative di acquisto e/o di vendita (in modo
particolare per merci acquistate e/o vendute allestero!) non è sufficiente
accordarsi sul prezzo della merce, ma bisogna anche avere chiaro "chi" deve
occuparsi del trasporto e "chi" deve farsi carico dei relativi costi.
Nonché stabilire chi debba assumerci il "rischio" di un
qualsiasi tipo di danno (perdita, furto, ritardo!) legato al trasporto
Per regolamentare i termini di vendita su base
internazionale (in modo particolare per quanto riguarda le merci movimentate
per via marittima) sono state stilate le condizioni INCOTERMS. Rivedute e
corrette (e, oserei dire, semplificate) con lultima edizione del 2000.
Internet ci viene in aiuto quando vogliamo saperne di più:
il sito "giusto" da consultare è questo
http://www.iccwbo.org/incoterms/preambles.asp
Tra il "primo" (EXW EX WORKS) e lultimo (DDP DELIVERED DUTY
PAID) ci sono altri 10 tipi di accordo intermedi, ma i due che la fanno da
padrone sono il FOB e il CFR.
In parole povere cosa significa FOB e cosa significa CFR?
FOB (FREE ON BOARD) significa che chi vende si preoccupa
solo di portare la merce fino sulla nave quindi con consegna della merce nel
PORTO DI PARTENZA dal Paese del venditore.
CFR (COST AND FREIGHT, il "vecchio" C&F per intenderci!)
significa che chi vende si preoccupa di portare la merce fino al PORTO DI
ARRIVO nel Paese del compratore.
La differenza sostanziale quindi sta nel NOLO MARITTIMO: nel
caso del FOB il nolo lo paga chi compra. Nel caso del CFR il nolo lo paga
chi vende.
Mettiamola così: ognuno si preoccupa delle spese relative al
trasporto nel proprio Paese, mentre il trasporto "intermedio" tra il porto
di partenza ed il porto di arrivo viene ad essere la differenza sostanziale
tra i due tipi di contratto.
Facciamo qualche esempio?
Se io VENDO a condizioni FOB, pagherò il trasporto dal mio
stabilimento al porto (costo "ALFA") mentre il compratore pagherà il NOLO
(costo "BETA") e poi pagherà anche le spese nel suo Paese per portare la
merce dal porto di arrivo al suo indirizzo (costo "GAMMA")
Mentre se io VENDO a condizioni CFR , pagherò il trasporto
dal mio stabilimento al porto (costo "ALFA") , pagherò il NOLO (costo
"BETA") mentre il compratore pagherà le spese nel suo Paese per portare la
merce dal porto di arrivo al suo indirizzo (costo "GAMMA")
Il problema, che spesso viene sottovaluto o non compreso a
sufficienza, è che ALFA e GAMMA non sono costi fissi ma "variano" in
conseguenza delle differenti condizioni (FOB o CFR!)
E varia anche (e spesso in maniera sostanziale e
determinante) il nolo BETA!
Matematicamente parlando la SOMMA di ALFA + BETA + GAMMA
resta inalterata (sia nel caso FOB che nel caso CFR farà sempre 100) ma i
singoli componenti della sommatoria NON sono mai uguali!
Ve lo faccio vedere graficamente:
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Cosa significa?
Che chi controlla BETA (la componente di NOLO) può incidere,
anche in maniera davvero determinante, sullammontare di ALFA e di GAMMA!
Come?
Fatemi fare alcuni esempi che così la spiegazione diventa
più semplice.
Avete acquistato merce dalla Cina a condizioni CFR. La
"scelta" del vettore marittimo, dunque, la fa il venditore cinese. La merce
arriva in Italia ed il "vettore" prescelto dal venditore cinese vi contatta:
"abbiamo in arrivo la spedizione a voi destinata. Per consegnarla al vostro
indirizzo dovete pagarci (il "costo" GAMMA!) mille euro!" Voi, che avevate
ipotizzato un costo di 500, reclamate: "ma come 1.000 euro, normalmente il
costo "GAMMA" è la metà!"
La risposta è tassativa e laconica: "spiacente ma queste
sono le nostre tariffe"
E inutile arrabbiarsi, minacciare azioni legali, tentare
soluzioni alternative. Non resta (obtorto collo) che pagare!
Altro esempio?
Avete venduto merce negli Usa a condizioni FOB. La "scelta"
del vettore marittimo, dunque, la fa il compratore americano.
Voi siete pronti con la merce e magari avete la lettera di
credito in scadenza.
Però potete incassare i vostri soldi solo se presentate in
banca il documento di trasporto emesso da "quel" vettore prescelto dal
vostro compratore.
Ma il "vettore" non viene a ritirare la merce ("oggi non ce
la facciamo
ci sentiamo la prossima settimana!") finché magari vi dicono
"guardi riusciamo a fare un ritiro speciale
domani
ma costa (il costo
ALFA!) 1.000 euro"
Voi, che avevate ipotizzato un costo di 500, reclamate: "ma
come 1.000 euro, normalmente il costo "ALFA" è la metà!"
La risposta è tassativa e laconica: "allora dobbiamo
rimandare ancora"
Ma questo per voi significa che la lettera di credito
scadrà, quindi la banca "non" vi pagherà, negozierà i documenti "con
riserva", il compratore potrà chiedervi sconti e riduzioni, altrimenti
magari NON ritira la merce e NON scioglie le riserve.
E inutile arrabbiarsi, minacciare azioni legali, tentare
soluzioni alternative. Non resta (obtorto collo) che pagare!
Purtroppo in Italia cè la tendenza a vendere FOB ed a
comprare CFR, lasciando nelle mani della "controparte" il controllo del
trasporto, senza accorgersi che, così facendo, anziché semplificarsi la
vita, la si complica, con aggravio di costi spesso non previsti.
E cè di più: lasciando agli altri il controllo del
trasporto
saranno sempre e solo gli altri a beneficiare di condizioni
favorevoli, lasciando voi a dover discutere, per ogni spedizione, di
maggiori costi non previsti. Ma anche costringendovi a "trattare" con
innumerevoli vettori diversi, ognuno dei quali magari avrà in essere le sue
procedure operative ma anche le sue condizioni di pagamento.
Così gestire 100 spedizioni potrà voler dire trattare con
100 diversi soggetti, pagare 100 diversi fornitori, discutere di 100 diverse
condizioni tariffarie!
Alla fine si lavora di più per avere un servizio peggiore,
pagato molto più profumatamente del dovuto.
La morale?
Comprate a condizioni FOB e vendete a condizioni CFR,
appropriandovi del controllo del trasporto, da affidare ad un vostro
spedizioniere di fiducia con il quale negoziare condizioni certamente
vantaggiose e soprattutto "fisse", non soggette a sorprese di sorta.
Termino riportando una lettera che SPEDAPI (la sezione
trasporti di API MILANO) ha inviato a tutti i suoi associati proprio per
stigmatizzare il problema:
Egregio Associato,
la categoria Spedapi, aderente ad Apimilano, che
raggruppa le imprese operanti nel settore delle spedizioni, trasporti e
logistica (in Italia quasi 190.000) intende portare allattenzione dei
propri soci una tematica di notevole importanza. Si tratta delle
importazioni effettuate dalla Cina, India e dallestremo Oriente, con
resa CIF, realizzate con i servizi "consolidati marittimi". Come noto,
CIF sta per "cost insurance & freight" cioè il prezzo quotato da chi
vende dovrebbe includere non solo il costo della merce, ma anche quanto
pagato per il trasporto e per lassicurazione. Tuttavia spesso questo
non accade in quanto trattandosi di merce che viaggia in un container
consolidato, restano a carico del destinatario TUTTE le spese di
svuotamento del container e di ricarico sul camion che poi farà la
consegna. Limportatore viene quindi a conoscenza delle tariffe da
pagare solo quando la merce è giacente nel magazzino ove il container è
stato svuotato e quindi nessuna trattativa sarà possibile. Da qualche
tempo si sta verificando, in Cina, il sistema delle offerte di noli in
negativo. Molti consolidatori in loco vendono allesportatore un nolo
"sottocosto" e poi premono sullimportatore facendo addebitare, quali
spese a destino, somme ingenti. Per evitare che si realizzi tutto
questo, è necessario che limportatore italiano acquisti a condizioni
FOB (free on board) e nomini il suo spedizioniere di fiducia affinchè
questultimo gestisca le spedizioni. Lo spedizioniere incaricato si
affiderà a chi ha davvero il servizio consolidato ed eviterà così il
co-loading evitando le cosiddette spese a sorpresa allarrivo della
merce in Italia. La Categoria Spedapi intende quindi mettere in guardia
i propri soci da quanto sta succedendo per evitare che gli operatori
"seri" siano costretti ad uscire dal mercato proprio a causa del
comportamento sleale di operatori che agiscono in modo scorretto.
Per ulteriori informazioni è possibile inviare una mail:
m.berra@apimilano.it.
(Miriam Berra)
oppure
inviare un fax al n. 0291193112. |
Grazie per lattenzione
Paolo Federici |